Rispetto a quella comunemente definita moderna, l’agricoltura biologica pone l’accento sui processi sostenibili di coltivazione con utilizzi ridotti di energia ausiliaria proveniente da processi industriali, promuove la biodiversità dell’ambiente ed esclude organismi geneticamente modificati e sostanze chimiche. È così che si ottengono prodotti d’eccellenza, frutto in tutto e per tutto del territorio dal quale provengono, e si rispetta nel contempo la natura. Questo è possibile anche nel nostro campo, grazie alla coltivazione dell’olivo biologico.
L’olivicultura biologica
La coltivazione dell’olivo ben si adatta all’agricoltura biologica: in particolare quando si tratta di convertire oliveti preesistenti, il processo è particolarmente naturale, poiché si avrà già una coltivazione tradizionale composta di alberi adattati alle condizioni ambientali del luogo e selezionati in base a esse. Come già detto in precedenza parlando della coltivazione degli olivi, una volta che il territorio incontra determinate condizioni ambientali, la coltura sarà resistente e molto, molto longeva. Si capirà dunque il nesso tra agricoltura biologica, che fa del suo vessillo l’utilizzo della naturale ricchezza del terreno, e l’olivicultura, direttamente connessa all’ambiente di crescita.
Per rendere tutto ciò possibile, tuttavia, vi è la necessità di uno studio approfondito della coltivazione dell’olivo per conoscere a fondo tutte le tecniche di coltivazione che permettono di mantenere il suolo fertile, ma soprattutto le piante sane, senza l’utilizzo di additivi e sostanze chimiche. Questo comporta in primis la gestione oculata di terreno e piantagione, in seguito una particolare attenzione al processo di concimazione e allevamento delle piante e, successivamente, di controllo della salute delle stesse e degli insetti che le danneggiano, il tutto con metodi naturali.
La coltivazione dell’olivo biologico: la scelta dell’ambiente
Come già detto, la chiave per la coltivazione dell’olivo biologico (ma non solo) è la scelta dell’ambiente giusto. Perché la coltivazione dell’olivo sia sana, gli alberi necessitano di un ambiente particolare, con terreno mai umido e temperature miti tendenti al caldo. L’agricoltura biologica non fa che rimarcare questa necessità della pianta: sarà praticamente impossibile, infatti, crescere olivi in zone non adeguate senza ricorrere a manipolazioni del terreno. Ergo, il primo passo per una coltura biologica è assecondare la natura e coltivare una specie dove essa cresce meglio.
L’impianto e l’allevamento nell’olivicultura biologica
La coltivazione biologica può essere messa in pratica sia nel caso di un oliveto già esistente, sia quando si impianta una coltura ex novo. In caso di coltivazione ex novo, bisognerebbe scegliere le piante secondo caratteristiche che ben si sposino con l’ambiente di coltura, e quindi che siano resistenti ai fattori climatici del luogo e ai parassiti. In genere, quando si tratta di coltivazioni nuove, si cerca di scegliere varietà di olivo con frutti piccoli per combattere più agevolmente l’aggressiva mosca degli ulivi.
Anche per l’impianto e l’allevamento vi sono alcuni accorgimenti da prendere: per esempio, la distanza tra gli alberi dovrà essere calcolata prevedendo l’ampiezza della pianta sviluppata, in modo che le chiome non si tocchino. Bisognerà inoltre conoscere al meglio ambiente e tecniche per far sì che gli alberi siano sani e forti e che la coltura scoraggi la creazione di microclimi adatti all’infestazione dei parassiti.
La concimazione dell’olivo biologico
Momento chiave nella coltivazione dell’olivo biologico, e per l’intera agricoltura organica, è la concimazione. Mentre nell’agricoltura non biologica vengono utilizzati concimi chimici e additivi, in quella biologica tutto deve essere organico. Viene utilizzato, come da tradizione, il letame, e sono consentiti compost e sovescio. Inoltre, si fa uso di ammendanti organici, così da nutrire non solo la pianta, ma anche il terreno.
La concimazione è un momento importante e segue regole e tempistiche che, una volta ancora, provengono da tradizione e conoscenza approfondita della coltura dell’olivo.
Il controllo di malattie e parassiti nell’olivicultura biologica: la mosca dell’olivo
La filosofia bio investe anche il controllo della salute delle piante: dove nell’agricoltura moderna vengono utilizzati pesticidi e sostanze chimiche ad azione rapida ma dannosi per la salute, l’agricoltura biologica li mette al bando. Si tratta di una strada più difficile da percorrere, ma che assicura prodotti più genuini e sani. Il processo parte dal terreno, che viene mantenuto fertile, e passa poi alla pianta, che in una terra sana sarà di conseguenza in salute. Esistono metodi biologici per combattere poi gli insetti e i parassiti: per esempio in caso di litofagi sarà bene mantenere una potatura ottimale nel tempo.
La mosca dell’olivo, o Bactrocera Oleae, è uno dei parassiti più temuti della pianta arborea: attiva dal mese di settembre quando le temperature sono piuttosto alte, porta con sé molti danni alla produzione di olive e olio. Questo tipo di mosca, infatti, punge le olive innestando le proprie larve, che poi si faranno strada all’interno del frutto danneggiandolo irrimediabilmente. La lotta all’insetto deve essere aperta con un monitoraggio preventivo, e in seguito con la bonifica dell’oliveto. Esistono vie biologiche per combattere questa minaccia, principalmente utilizzando metodi naturali, quali la cattura con trappole che prevedono sostanze attrattive per l’insetto. Si possono poi impiegare sali di rame od organismi antagonisti.
Olivi biologici: tra rispetto dell’ambiente e dell’alimento
La coltivazione biologica dell’olivo è dunque una realtà possibile. Il bando di agenti chimici e processi industriali la rende una via sicuramente più impegnativa, ma in cambio se ne hanno due elementi di valore inestimabile: il rispetto dell’ambiente e alimenti sani e genuini.